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La missione genovese a Santo Domingo
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La missione genovese a Santo Domingo
(Repubblica Dominicana)

La situazione socio-politica del paese

La Repubblica Dominicana sta iniziando da alcuni anni a svilupparsi economicamente, non senza le contraddizioni che sempre accompagnano questi processi.

Come tutti i paesi  del terzo mondo, dispone di poche risorse. I decenni fino agli anni 80 sono stati contraddistinti da una fortissima inflazione (situazione comune in Sud America). Con l'impostazioni di programmi economici neo liberisti l'inflazione si è calmata, senza però che il divario tra ricchi e poveri sia minimanente mutato, anzi!

La Repubblica Dominicana ha avuto trent'anni di dittatura, con il generale Trujillo, assassinato al principio degli anni '60. Nelle elezioni che sono seguite, il neo eletto, il professor Juan Bosch, marxista, è stato rovesciato 6 mesi dopo da un'invasione americana. Un anno ci sono state dopo le prime elezioni democratiche, vinte da Joaquín Balaguer, presidente del Partito Riformista Social Cristiano (PRSC) ed ex collaboratore del dittatore. Costui è stato presidente per 22 anni in due tornate, governando in maniera apparentemente pulita, in realtà con una politica molto personale, usando la violenza contro gli avversari politici nel suo primo periodo, e con una notevole corruzione da parte dei suoi collaboratori. Il governo Balaguer ha realizzato molte opere pubbliche, ma ha lasciato nella povertà le classi più disagiate. Ha saputo "governarle" con la beneficenza di stato: mandando camion nei barrios a distribuire aiuti alimentari, e donando case a molte famiglie povere. In questa maniera ha potuto ancora nelle ultime elezioni (16 maggio 2000) presentarsi come candidato, nonostante i 92 anni di età e una cecità quasi completa. Ma l'era Balaguer era di fatto terminata nel 1996.

Un problema molto forte è il clientelarismo politico.

La presidenza 1996-2000 è stata incarnata da Leonel Fernandez, presentato dal Partito della Liberazione Dominicana (PLD: questo partito è nato dissociandosi a sinistra dal PRD, ed è oggi, 40 anni dopo, l'incarnazione del neo liberismo economico). Ha lavorato molto, e con successo, per trovare all'estero le risorse per modernizzare il paese. Tale opera si è praticamente concentrata nella capitale, dove ha risolto problemi cronici legati soprattutto al traffico veicolare (sottopassi ed elevati), trascurando il campo e i barrios. Inoltre è giudizio comune che ha saputo trasformare il paese nel leader dei Caraibi e in misura minore dell'intera America Latina.

Nelle elezioni del 16 maggio 2000 è uscito presidente al primo turno il candidato del Partito Rivoluzionario Dominicano (PRD), ing. Hipólito Mejía, già ministro in un precedente governo del suo partito, nel quale si concentrano le speranze degli strati più poveri della popolazione. Uomo di tradizione ed espressione contadina, sembra in grado di riequilibrare la distribuzione della ricchezza nel paese.

Di fatto, la Repubblica Dominicana continua a soffrire di problemi endemici. Essi sono:

Una realtà molto importante per le famiglie dominicane è il sostegno che ricevono dai familiari che lavorano all'estero, soprattutto negli Stati Uniti. A dicembre 1998 il governo ha parlato della possibilità di applicare i dazi doganali a ciò che gli emigrati portano in patria in occasione del rientro natalizio. Ciò ha provocato un vespaio fortissimo, data la forte consistenza e la significativa importanza di tali approvvigionamenti per moltissime famiglie povere.

A livello economico, le ricette neoliberiste suggeriscono di far nascere molte microimprese. Ciò non risolve i problemi, perché prestissimo porta a saturare il mercato dell'offerta di lavoro. Per la grande industria, lo stato ancora fà la parte del leone, ma sono in programma ulteriori privatizzazioni. Esistono zone franche, create per far sviluppare l'imprenditoria medio grande, che permettono un certo sviluppo e una crescita dell'occupazione (attraverso multinazionali straniere). Ovviamente, senza che lo stato possa veder aumentare i suoi introiti. Unicamente, si impone che queste industrie non possano vendere nel paese i prodotti confezionati in esso. In pratica le zone franche sono moderne forme di schiavitù, per la ragione che non sono minimamente contemplati i diritti sindacali che pur lo stato teorizza.

Se ci si domanda se nel paese ci sono grossi capitali disponibili per investimenti, la risposta sembra positiva: molti dominicani intraprendenti si sono arricchiti lavorando nel campo dei servizi più elementari; naturalmente i capitali messi insieme sono al sicuro in banche degli Stati Uniti, dove si limitano a fruttare scarsi interessi. Manca il coraggio per investirli nel paese: nelle cose grandi e rischiose, il dominicano non si lancia. Così rimane spazio libero per l'iniziativa economica straniera, presente qui con tutte le grandi compagnie internazionali. L'industria del turismo, con le sue catene alberghiere, la grande distribuzione, molte TV. Spesso in mano straniera.

A livello giovanile, il futuro non dà troppe speranze. Ciò contribuisce a far crescere il fenomeno alcool: è normale per i giovani (e per i meno giovani) ubriacarsi di birra. Lo stordimento delle discoteche, poi, diventa occasione di leggerezza nei rapporti sessuali; sembra anzi che le discoteche siano i maggiori centri di prostituzione. Imperversa il fenomeno droga. Anche perché sul territorio, nelle famiglie, c'è una forte paura di denunciare. Le sostanze più presenti sono spinelli, hashish, coca. Conseguenza obbligata de tutto questo, l'AIDS: se ne parla poco per non far diminuire l'ingresso di turisti, ma ha una diffusione preoccupante (circa il 5% dei giovani è infetto).

Connesso con il mondo giovanile, ma non solo, il fenomeno della violenza. In molti quartieri della capitale è assolutamente sconsigliabile avventurarsi a piedi di notte. Quasi giornalmente i giornali riferiscono di persono morte per un'aggressione. Inoltre, la polizia usa poche attenzioni nel suo servizio, e capita che presunti ladri o delinquenti vengano uccisi dagli agenti senza troppi complimenti. Ha fatto scalpore a fine 1998 l'uccisione di un religioso, unicamente perché stato avvistato di mattina molto presto, seduto sui gradini della parrocchia dove si recava, da una pattuglia in cerca di un assassino. Così è normale che per far costituire un delinquente venga messo in carcere un familiare. E per il cibo ai carcerati lo stato stanzia circa 500 lire al giorno.

La famiglia dominicana è caratterizzata da una grande fragilità a livello di coppia. I legami che durano non sono molti, e questo vale tanto più quanto basso è il livello economico del barrio a cui ci si riferisce. Il matrimonio è visto spesso come qualcosa di troppo grande e troppo impegnativo, e quindi non alla portata di tutti.

Il livello del parentado invece regge molto bene. Un bambino che si trovi con i genitori incapacitati di accudirlo trova facilmente uno zio o una nonna che lo cresca, e spesso i genitori reali non se ne occupano più. È il fenomeno degli "hijos de crianza" (figli di crescita), che praticamente appartengono alla famiglia che li ha accolti. È molto forte, nelle famiglie cattoliche, il legame padrino-figlioccio: per i regali che i figliocci ricevono nelle grandi feste, ma anche per la relazione nuova che nasce tra padrini e genitori; essi si chiamano reciprocamente comadre o compadre, con una sfumatura affettiva molto marcata.

Connessa con la devozione alla Madonna è la celebrazione, a fine maggio, del "giorno della madre". Molto più che in Italia, ogni madre riceve ogni genere di attenzione da parte dei figli. Purtroppo, nella vita di tutti i giorni e nel tessuto della famiglia, la donna rimane in posizione di secondo piano, vittima spesso di violenza e di mancanza di rispetto. È frequente che ragazzine sui 14 anni siano violentate in casa dal nuovo marito della madre!

Nelle famiglie, il padre è il "signore". Lavora, fuori di casa, ma lascia alla moglie e ai figli i lavori più pesanti, come quello di andare a prendere l'acqua. Pretende obbedienza assoluta, e usa facilmente modi violenti. Ha anche lui la sua festa del padre a fine luglio.


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Dicembre 1998