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Nuova Evangelizzazione
Esperienze
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Melito Porto Salvo, Reggio Calabria
Un'équipe di laici e religiosi,
attenzione alla cultura e scelta di più linguaggi

Missione giovanile

La Missione giovani di Melito Porto Salvo si è svolta nella sua fase celebrativa, nei primi giorni dell'ottobre `98. Ha ribadito la validità di uno strumento semplice e versatile per il primo annuncio al mondo dei giovani.

Un gruppo di coordinamento

La fase preparatoria, durata otto mesi, ha coinvolto in particolare, sedici giovani delle due parrocchie del grosso centro in diocesi di Reggio Calabria. Questo gruppo di giovani, denominato "Gruppo di coordinamento", ha preparato la Missione giovani provando anzitutto a rileggere i punti-chiave della spiritualità cristiana in ottica missionaria. Ne è nata una piccola scuola di evangelizzazione. Ogni incontro, della durata di due ore, veniva diviso in due parti: la prima era di spiritualità missionaria; nella seconda si affrontavano i risvolti tecnici dell'evento: slogan della Missione, programma, pieghevoli, manifesti, rapporto con le autorità, ecc. La preparazione ha portato tutti ad una presa di coscienza dell'universo giovanile nel territorio con le sue luci e ombre. Un'assemblea giovanile, alla quale hanno partecipato i giovani dei gruppi parrocchiali, ha contribuito a tracciare un identikit del giovane melitese. A fronte di un'apertura e generosità di fondo, abbiamo riscontrato vari problemi tra i quali: un alto tasso di abbandono scolastico, disoccupazione, lavoro nero, sguardo fatalista sul presente e fosco sul futuro. Sono vere e proprie sfide all'azione evangelizzatrice. La Missione giovani si è andata gradualmente delineando nel suo ambito specifico di annuncio kerygmatico di Gesù Cristo, Signore e Salvatore ai giovani di Melito di età compresa tra i 17 e i 25 anni.

Centri di ascolto e di annuncio

Al "Gruppo di coordinamento" si è affiancato, nella fase celebrativa della Missione, un gruppo di giovani del Movimento giovanile Costruire (nato e animato dai Missionari Oblati di Maria Immacolata) provenienti da varie città d'Italia. Il contatto tra questi due gruppi, che hanno fatto da motore all'azione di evangelizzazione, si è rivelato fecondo e utile.

Dalla convinzione che i giovani dei gruppi ecclesiali hanno bisogno di strumenti per l'annuncio che poi valorizzano con creatività e fantasia, sono nati i Centri d'Ascolto e di annuncio del Vangelo come pure i Workshops (= laboratori di lavoro). I primi si sono svolti nei luoghi abitati dall'universo dei giovani: scuola, accademia teatrale, case. Abbiamo annunciato la persona di Gesù attraverso la Parola del Vangelo e il linguaggio della testimonianza di vita. I Workshop sono stati veri e propri ateliers di lavoro ai quali hanno partecipato più di duecento giovani melitesi. Essi hanno lavorato insieme per allestire una festa-spettacolo che ha concluso la settimana di Missione. Nell'équipe missionaria la presenza di religiosi Missionari Oblati di Maria Immacolata e di consacrate si è rivelata fonte di esperienza e guida. Tutti si sono impegnati soprattutto nell'animazione dell'équipe missionaria, nei colloqui personali, nella celebrazione del Sacramento della Riconciliazione e nelle liturgie.

Un messaggio, più linguaggi

Il linguaggio che ha sperimentato la Missione giovani si è basato essenzialmente su simboli, musica e testimonianza. Così nei Centri d'Ascolto delle prime sere, dove la lettura della Scrittura veniva seguita da un commento esperienziale. Così la grande immagine del "Ritorno del Figlio Prodigo" di Rembrandt che campeggiava nella Chiesa di S. Giuseppe, dove ogni mattina si svolgeva un breve momento di preghiera prima dell'orario scolastico. Così la grande Croce, portata in spalla dai ragazzi nella marcia di metà settimana, le canzoni della festa e i canti delle liturgie. Il linguaggio delle emozioni apre il varco nel cuore dei giovani e permette di seminare la Parola che salva. Dopo tale apertura, è possibile e necessario usare il linguaggio della catechesi per dare solidità ai contenuti. Ma questo non è compito primario di una Missione giovani, almeno come l'abbiamo intesa a Melito Porto Salvo.

Sorprese liete

La reazione dei giovani del posto è stata caratterizzata da una generale apprezzamento. Il primo elemento di sorpresa è stato rappresentato dal fatto che c'era qualcuno che si interessava di loro, al di là di etichette di appartenenza alla Chiesa o ai gruppi parrocchiali. Nel corso della settimana, i giovani dell'équipe missionaria sono andati incontro ai giovani nelle scuole superiori durante l'ora di religione, nelle case e nei luoghi di ritrovo. L'altra sorpresa è stata la scoperta di un volto giovane della Chiesa che non condanna i dubbi o il modo di esprimersi dei giovani, ma li cerca e si mette accanto a loro in atteggiamento di accoglienza, ascolto e stimolo. Anche la cittadina e gli adulti hanno accolto positivamente la Missione giovani. La lettera che il sindaco ci ha fatto recapitare il primo giorno è stata una dimostrazione tangibile di tale apertura. I due parroci, dal canto loro, hanno fatto da sfondo alla Missione, ma sono stati continuamente presenti nelle varie fasi cogliendo nella Missione giovani un momento forte di vita ecclesiale e un aiuto alla pastorale giovanile delle parrocchie.

Alcune acquisizioni

In un incontro di valutazione, a qualche settimana di distanza dalla Missione giovani, sono emerse alcune considerazioni che riportiamo sinteticamente:

Bilancio conclusivo

In conclusione, si potrebbe dire, senza allontanarsi troppo dalla realtà, che la novità della Missione giovani non è stata sul piano dei contenuti, quanto su quello dello stile. Ciò che è emerso dalle reazioni dei giovani è stato l'aver percepito uno stile di vita evangelica possibile nella propria vita, uno stile di comunità cristiana giovane, uno stile di evangelizzazione fondato sull'audacia e sulla comunione.

p. Pasquale Castrilli

(a cura di L. Pelagatti, da Evangelizzare, n. 7, marzo 1999, pp. 432-434)


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Giugno 1999