Home Page
Nuova Evangelizzazione
Esperienze
Centro Banchi, Genova
Cammini di Ricerca
Pescator.gif (2538 byte)

Centro Banchi, nel Centro Storico di Genova
Una porta aperta per il dialogo e la ricerca

Cammino di ricerca:
Dieci incontri
per conoscere te stesso
e conoscere gli altri

Vai direttamente al primo secondo terzo quarto quinto sesto settimo ottavo nono decimo incontro

Primo Incontro

I LIMITI

"Non puoi insegnare qualcosa ad un uomo.
Puoi solo aiutarlo a scoprirla dentro di se."
(Galileo)

Ogni uomo, ogni donna, nel proprio cammino di maturazione come persona si trova di fronte a dei LIMITI che condizionano la propria crescita.

Alcuni limiti non dipendono da noi (limiti genetici, ambientali, della famiglia, dell'educazione, le persone incontrate, condizionamenti del "sistema", ecc.). Di questi limiti noi non siamo responsabili.

Altri limiti sono comuni a tutti gli uomini (la vecchiaia, la sofferenza, la malattia, la morte....).

Altri limiti, invece, dipendono da noi.

Su questi io posso intervenire, per diventare più me stesso/a, per sviluppare, tutte le potenzialità che ho dentro di me ed essere più felice, nella consapevolezza che ognuno di noi ha doni che nessun altro ha, è unico.

Non dobbiamo accontentarci di diventare come tutti gli altri. Dobbiamo lottare controcorrente, quando è necessario; dobbiamo aiutarci reciprocamente a scoprire le nostra unicità , a svilupparla per poi donarla agli altri.

"Un coniglio, un uccello, un pesce, uno scoiattolo, un'anatra e cosi via, decisero di aprire una scuola. Tutti quanti si accinsero a preparare il programma. Il coniglio pretendeva che nel programma ci fosse la corsa. L'uccello pretendeva che ci fosse il volo. Il pesce pretendeva che ci fosse il nuoto. Lo scoiattolo pretendeva che ci fosse l'arrampicarsi sugli alberi. Anche tutti gli altri animali pretendevano che le loro specialità fossero incluse nel programma e cosi alla fine ci misero tutto e commisero l'errore grandioso di pretendere che tutti gli animali seguissero tutti i corsi.

Il coniglio era magnifico nella corsa; nessuno sapeva correre come lui. Ma gli animali sostenevano che era un'ottima disciplina intellettuale ed emotiva insegnare il volo al coniglio. Insistettero perché imparasse a volare e lo misero su un ramo e dissero: «Vola, coniglio!» E quel poverino saltò giù, si ruppe una gamba e si fratturò il cranio. Gli restò una lesione al cervello e non poté neppure correre forte come prima. Cosi, anziché prendere 10 nella corsa, prese soltanto un sette. E gli diedero un 6 nel volo in considerazione dei suo impegno. La commissione che aveva varato il programma era felice.

La stessa cosa capitò all'uccellino... sapeva volare come una freccia e compiere bellissime evoluzioni e meritava 10. Ma pretesero che scavasse tane nel terreno come una marmotta. Naturalmente si ruppe le ali, il becco e tutto il resto e non poté più volare. Ma la commissione fu ben contenta di dargli 7 in volo e così via. E sapete chi riuscì meglio in tutta la classe? Un'anguilla mentalmente ritardata, perché riusciva a destreggiarsi in tutte le materie alla meno peggio. Il gufo se ne andò indignato e adesso vota "no" ogni volta che vengono proposte nuove tasse per finanziare le scuole".

 

"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre,
ma nel vedere con occhi nuovi.
"
(Marcel Proust)

I LIMITI CHE NON DIPENDONO DA NOI

Ci sono limiti comuni a tutti gli uomini (la vecchiaia, le malattie, la sofferenza, la morte...).

Ci sono limiti che derivano dall'ereditarietà, dall'ambiente, in cui sono vissuto, dalla famiglia, limiti legati alla cultura del tempo in cui vivo, ideologici, del "sistema"...

Se non ho il coraggio di ammettere serenamente che questi limiti ci sono e, in parte, mi condizionano, ma ne ho paura e decido conseguentemente che non esistono, corro verso atteggiamenti di falsa sicurezza che diventano "maschere".

Tuttavia nonostante questi limiti che ci condizionano, ci sono in me spazi di libertà e di speranza: è li che posso e devo agire.

 

"Penso che ognuno debba finalmente prendersi
la sua vita nelle proprie mani."
(A. Miller)

Io stesso non sono del tutto consapevole delle meravigliose risorse che sono in me latenti, dormienti.

Herbert Otto afferma che nell'arco della nostra vita viene realizzato solamente il 5 per cento del potenziale umano di cui ci troviamo a disporre. Che ne è del rimanente 95 per cento?

Dice R.D.Laing: "Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo, cosi come sappiamo molto meno di quanto amiamo. Amiamo molto meno di ciò che esiste e in tal senso siamo decisamente meno di ciò che siamo".

C'è un potenziale in me che deve essere realizzato e, forse, lo sviluppo di questo potenziale apporta la vera gioia e la vera pace.

"Funzioniamo tutti al minimo delle nostre piene capacità
di amare, creare, rischiare.
Pertanto tradurre in atto il nostro potenziale
può rivelarsi per noi l'avventura più esaltante di tutta la vita".
(Herbert Otto)

 

Forse io ho già provato nella mia vita una nostalgia per quello che potrei essere, forse ho conosciuto qualcuno che viveva una realtà più piena, forse ho intuito qualcosa di diverso....

In certi momenti della mia vita forse io stesso/a ho sperimentato di vivere in un modo più pieno...

Oppure, di fronte ai miei limiti ho reagito con rabbia o rassegnazione?

Torna in cima


Secondo Incontro

LA FRETTA
(e il bisogno di dialogo)

 

Buon giorno, - disse il piccolo principe
Buon giorno - disse il mercante.
Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete.
Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere.

Perché vendi questa roba? - disse il piccolo principe.
- É una grossa economia di tempo - disse il mercante.
Gli esperti hanno fatto dei calcoli.
Si risparmiano cinquantatré minuti alla settimana.

- E cosa ne fai di questi cinquantatré minuti?

- Se ne fa quel che si vuole...

- Io, disse il piccolo principe - se avessi cinquantatré minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana.

(Da "Il piccolo principe" di Antoine de Saint Exupery, ed. Bompiani)

 

Un limite che dipende da me:
la fretta, il non vivere il presente

Nel nostro mondo occidentale, nella società dei consumi, nella vita delle città, sembra che la gente debba sempre correre, non fermarsi mai. Spesso non abbiamo neppure il tempo di ascoltarci, di guardarci negli occhi, di condividere un tantino le nostre ansie, le nostre gioie, i nostri problemi...

Ma questa è una vita a misura d'uomo?

Spesso diventiamo prigionieri della fretta, viviamo continuamente sotto stress per le cose da fare, che diventano quasi una catena, un peso dal quale non possiamo sfuggire... oppure un'evasione da se stessi. Il pensare può fare anche paura!

È importante fermarsi.

È importante riscoprire il valore del perdere tempo per la contemplazione.

A volte ci isoliamo, ci chiudiamo in noi stessi, delusi per svariati motivi, ci rifugiamo nel passato, rimpiangendolo, o attendiamo un futuro migliore.

In tutti questi modi noi non viviamo il presente !

Eppure il tempo è prezioso. Ogni momento è un'occasione per noi.

Vivere nel passato e vivere proiettati nel futuro sono due modi per sprecare tempo.

 

Vivere nel passato

Si indugia sui bei tempi andati o sui guai trascorsi; ci si aggrappa con nostalgia alle cose come erano allora o si ha il rimpianto per come avrebbero potuto essere. Ci si lamenta per la cattiva sorte si butta sugli altri, si proietta all'esterno la responsabilità della propria via insoddisfatta.

Biasimare gli altri e assolvere se stessi sono due cose che fanno spesso il gioco di chi vive nel passato.

Vivere nel tempo presente non significa ignorare, sarebbe sciocco, il proprio passato, ma, riconoscendolo, imparare da esso, leggerlo con occhi nuovi, riflettere su di esso per vivere più consapevolmente il presente.

 

Vivere nel futuro

Chi vive nel futuro sogna il miracolo che gli consenta di vivere felice e contento per sempre. Anziché vivere la propria vita, "prenderla in mano", aspetta che la "salvezza" arrivi per magia. Oppure vive temendo il futuro, costantemente nella paura di una futura catastrofe.

Chi continua a concentrarsi solo nel futuro vive il presente in continua ansia, si aliena. È ansioso per le cose che lui/lei stesso/a anticipa, o reali o immaginarie: impegni, crisi, malattie, pensionamento, rapporti amorosi, il passare del tempo e così via...

Troppo preso dall'immaginazione si lascia sfuggire il presente e le sue possibilità reali, per cui non è più in grado di vedere, sentire, ascoltare, gustare, apprezzare, pensare in modo giusto, cioè vivere.

Non per questo bisogna trascurare di prepararsi al futuro.

"Siamo un passato? Si.

Siamo un futuro? Si.

Ma ciò che dobbiamo fare, se vogliamo scegliere la vita, è scegliere la vita nel presente Ora! Perché è questo che conta. Noi siamo un potenziale...

Dobbiamo sbarazzarci dei "questo non si fa". Dobbiamo sbarazzarci del "mai" "Dobbiamo sbarazzarci dei "non si può". Dobbiamo sbarazzarci dei "no"... che parola negativa! E dobbiamo sbarazzarci degli "impossibile" ... E non c'è niente di impossibile. Dobbiamo sbarazzarci dei "non c'è speranza".. non c'è niente senza speranza. Queste sono parole per gli sciocchi, non per le persone intelligenti. Cancellatele dal vostro vocabolario. Non dite mai "mai". I sogni più grandi che sono stati realizzati da uomini e da donne erano stati considerati impossibili... e qualcuno ha provato che l'impossibile era possibile.

Dite sì alla vita. Sì alla meraviglia, alla gioia, alla disperazione. Sì alla sofferenza, sì a ciò che non capite. Provate "sempre". Provate "possibile". Provate "speranza". Provate "io voglio". E provate "io posso". Sono convinto che sia la vostra incompiutezza a causarvi le sofferenze più grandi. Diventate tutto ciò che siete. Abbracciatelo. È il compito della vostra vita. Scoprite cose nuove; nuove capacità, nuove creatività... Ma se volete cambiare più in fretta, dovete cambiare quell’"io" e portarlo al "noi". .. Per scegliere la vita, dobbiamo essere disposti a rischiare ancora e ad amare ancora. Riuscite a pensare a qualcosa di più importante? Per che cosa lavoriamo? Per che cosa lottiamo? Per che cosa soffriamo? Per che cosa speriamo? Per l'amore. Per la vita. Lasciarveli sfuggire sarà sempre per voi la perdita più grande.

Se siete disposti a rischiare, a soffrire, conoscerete l'amore.

(Da "VIVERE, AMARE, CAPIRSI" di Leo Buscaglia - Ed. Mondadori)

 

Qualche domanda

  1. Mi sembra di vivere il presente?
  2. Quali sono, secondo me, gli ostacoli che impediscono di viverlo più pienamente?

Un po' di riflessione

  1. Che peso hai il passato nella mia vita?
  2. Rifaccio mentalmente il "film" della mia vita...
    Cosa ricordo con nostalgia? con rimpianto? con rabbia?
  3. Come vedo il mio futuro? Con speranza? Con paura?

Alcune proposte

  1. Faccio "silenzio" il più possibile: limito la TV e simili.
  2. Mi riservo ogni giorno un po’ di tempo da dedicare alla riflessione... e settimanalmente alla lettura...
  3. Mi riprometto di ascoltare gli altri cercando più di capirli che di dar loro soluzioni e risposte...

 

"Se sogni da solo,
il tuo sogno resta un semplice sogno;
se sogniamo insieme il nostro sogno diventa realtà".
(M. Luther King)

 

"L'uomo non vive di solo pane.
Ha bisogno di luce, di bellezza, di interiorità.

La nostra società si accanisce sul consumo, sul benessere,
e ci rende eleganti eppur volgari, pasciuti eppur vuoti.

Abbiamo perso la capacità di fermarci a contemplare,
di gustare la poesia,
di gioire delle cose semplici e nascoste".

(Gianfranco Ravasi)

Torna in cima


Terzo Incontro

ALTRI CONDIZIONAMENTI DI OGGI
(analisi della realtà)

 

Sono uscito: fuori tutti andavano, venivano, camminavano, correvano.
Correvano le bici, le macchine, i camion, la strada, la città, tutti...
Arrivederci, scusi.....non ho tempo. Non posso attendere, ripasserò... non ho tempo...
Avrei voluto aiutarti...ma non ho tempo. Non posso accettare perché non ho tempo.
Vorrei pregare, ma non ho tempo. Tu comprendi, Signore, vero?... non abbiamo tempo.

Il bambino gioca: non ha tempo... più tardi...
Lo scolaro ha i compiti: non ha tempo... più tardi.
Lo studente ha un sacco di lavoro: non ha tempo... più tardi.
Il giovane ha gli allenamenti: non ha tempo... più tardi.
Lo sposo novello ha la casa da arredare: non ha tempo ... più tardi...
Il padre di famiglia ha i bambini: non ha tempo... più tardi.
I nonni hanno i nipotini: non hanno tempo... più tardi.
Sono malati! Hanno le loro cure: non hanno tempo... più tardi.
Sono moribondi, non hanno tempo...
TROPPO TARDI,.. non hanno più tempo!

-----------------------

Nell'incontro precedente abbiamo analizzato i nuovi idoli o modelli che ci vengono continuamente proposti dai mass-media e dalla nostra cultura occidentale e consumistica.

Abbiamo cercato di fare un elenco sommario di quelle cose che ci vengono presentate o suggerite, affinché anche noi ce ne possiamo "appropriare".

E cosi, per sentirci alla pari con gli altri, in linea con i tempi, dovremmo "capire" una buona volta che dobbiamo identificarci in questi cosiddetti "nuovi valori della società":

Sono dunque queste le mete da proporci?

Poco importa se, per raggiungerle, dovremo rinnegare le nostre attitudini, il nostro carattere, la nostra personalità.

Il consumismo ha fiaccato tutti!

Da una perversa logica di mercato nascono tanti bisogni inventati senza i quali pare impossibile vivere e tanti "falsi valori" che conducono ad un nuovo tipo di società più individualistica, consumistica, narcisistica, edonista, permeata da nuove forme di razzismo e sub-cultura.

In questo labirinto l'uomo viene abbandonato a se stesso, senza punti di riferimento validi, senza speranza d'una via d'uscita.

Crisi, paure, depressioni, stress, nevrosi... sono le conseguenze del nostro vuoto interiore in contrasto con le enormi capacità economiche e con il benessere materiale raggiunto.

Assistiamo cosi alle nuove tragedie di oggi:

Bruciare a ritmo frenetico ogni genere di esperienza ci porta inevitabilmente ad un minore interesse alla vita.

Le chimere che ci hanno affascinato ed alle quali forse abbiamo subordinato le scelte della nostra vita, hanno mostrato i loro limiti.

Viene allora naturale la considerazione: esiste oggi una reale crisi di valori o quelli che hanno sostituito i tradizionali, anziché sicurezza e serenità hanno generato psicosi, nevrosi, paura del futuro?

- - - - - - - - - - - - - - -

Proseguendo allora nella ricerca di quelli autentici, sono emersi "valori" quali:

 

L'amicizia

Lo viviamo veramente e profondamente questo valore che abbiamo affermato?

Spesso la fretta, la mancanza di tempo, ci impediscono di andare in profondità anche nell'amicizia.

È anche vero, però che non c'è mai tempo per alcune cose, mentre lo si trova sempre per altre!

Chi di noi, ad esempio, potrebbe affermare con tranquillità di coscienza, di non aver mai trovato la scusa della mancanza di tempo per troncare un dialogo, un rapporto che poteva diventare troppo impegnativo o addirittura scomodo?

I1 bene alla persona lo si dimostra quando si ha la possibilità di farlo, anche se costa.

Il tempo per l'amico lo si deve trovare non quando si è comodi, ma quando lui ne ha bisogno! Quante occasioni buttate via! Quanti discorsi mai fatti!

I1 miglior modo per avere un vero amico è esserne uno!

Un grande testimone di questo secolo, don Primo Mazzolari, diceva: "Parliamo tanto di amicizia e corriamo sempre"

Ma è proprio vero che ora abbiamo meno tempo o a nostra disposizione?

Con le settimane corte, week-end, ferie, ponti, part-time, che uso facciamo del nostro tempo?

Ha un senso questa vita frenetica, da pazzi, in cui non c'è più posto per sé, per gli amici, per le cose belle?

Cosa faremmo se sapessimo di avere ancora poco tempo da vivere?

Ecco allora la necessità di interrompere questo meccanismo!

Ecco quindi la necessità ogni tanto di fermarsi, di fare una stop per verificare se la direzione è quella giusta, se il nostro motore è a posto o presenta sintomi di cedimento, di crisi.

Qualche volta è necessario riscoprire il valore del silenzio.

Molti saggi hanno tentato la via del deserto per lasciare dietro di sé ogni condizionamento di spazio e di tempo, per ritrovare il significato profondo della vita: "chi siamo?"; "da dove veniamo?"; "dove andiamo?".

Tanti Padri del deserto ci hanno lasciato meditazioni bellissime e profetiche delle loro esperienze.

La nostra cultura è in grado di contrapporre ad esse solo esperienze del tipo del tipo Parigi-Dakar, dove anche nel deserto deve contare unicamente una pista da percorrere a ritmo vertiginoso e dove la vita delle persone conta meno di una vittoria.

allora è arrivato il momento anche per noi di fermarci a riflettere.

Torna in cima


Quarto Incontro

AMARE SE STESSI
(=volere il proprio bene
=liberarsi dai condizionamenti)

"Forse l'amore è il processo con il quale ti riconduco dolcemente a te stesso".
(Saint-Exupery, da "Vento, sabbia e stelle")

"Non dovete mai credere di non avere alcun contributo di dare.
Il mondo è un incredibile arazzo incompiuto
e soltanto voi potete riempire quel piccolo spazio che vi spetta".
(Leo Buscaglia)

Negli scorsi incontri abbiamo cercato di riflettere insieme sui limiti che ci condizionano e ci impediscono di essere pienamente liberi e autentici, e ciascuno di noi ha fatto "dono" agli altri di un po’ della propria esperienza di vita.

È emerso in modo evidente che tutti quanti siamo condizionati dalla fretta, rischiando pertanto di non vivere pienamente il presente.

Abbiamo poi cercato di andare oltre stimoli da questa domanda:

CHE COSA CI FA CORRERE?

Sono emersi tanti "idoli" (successo, ricchezza, potere, carriera, moda...) con i quali spesso ci identifichiamo, ma che alla fine ci lasciano l'amaro in bocca e una profonda nostalgia di valori autentici (amicizia, solidarietà, onestà, pace...).

Ci siamo però anche detti che il bene c'è anche oggi in noi e nel mondo, che valori belli e autentici sono vissuti e sono vivibili, forse bisogna fermarsi più spesso e aprire gli occhi per vederli.

È ciò che abbiamo provato a fare insieme: con una certa fatica abbiamo condiviso la presenza intorno a noi di segni positivi (c'è gente disponibile, attenta, onesta, altruista...) e, successivamente, con una fatica decisamente superiore e quasi con un certo imbarazzo, abbiamo cercato di vedere il positivo che c'è in noi.

In sintesi è emerso:

ma anche

>>> MA COME FARE PER ANDARE OLTRE, PER MIGLIORARCI? <<<

amare se stessi per imparare ad amare gli altri

Anche se può sembrare paradossale è necessario e urgente imparare ad accettarci come siamo, ad amare (in modo vero) noi stessi, con i limiti ed i valori che abbiamo, imparare ad aprire il nostro cuore all'amore.

Anche le nostre esperienze vissute che consideriamo negative, possono essere recuperate, integrate e utilizzate per vivere meglio il presente.

Tutto può concorrere al bene se ne facciamo tesoro !!

"Il fallimento ha sempre avuto un effetto positivo su di me, è stato il mio migliore maestro: mi ha costretto a fermarmi e a considerare il mio comportamento autodistruttivo. Mi ha dato la capacità di cominciare da capo con tutta la vitalità e l'entusiasmo che comporta un nuovo inizio. Accettando il fallimento mi sono liberato dalla lotta per superare il senso interiore di fallimento. Accettare il fallimento non è sintomo di rassegnazione, ma di accettazione di sé. Accettare il fallimento libera l'energia legata alla lotta per il successo e l'autoaffermazione, rendendo cosi possibile la crescita".

(Alexander Lowen, da "PAURA DI VIVERE", ed. Astrolabio)

"Abbiamo tutti enormi difficoltà ad accettarci così, come siamo, con questo straordinario miscuglio di debolezza e forza, di ignoranza e di conoscenza, di luce e di tenebre, di amore e di odio. E, di fatto, fuggiamo qualcosa che è la nostra vulnerabilità, la nostra immensa fragilità".

(Jean Vanier, da "LA FERITA NEL CUORE DELL'UOMO" ed. EMP)

Eppure

abbiamo tutti una grande sete d'amore e di essere amati

è ciò che costituisce il fondamento dell'essere umano.

Ma per amare veramente gli altri, volere il loro bene, devo prima di tutto amare me stesso/a, volere il mio bene.

La cosa più importante per imparare ad amare gli altri è amare se stessi

Non e affatto un incitamento all'egoismo (che è ben altro).

Spesso le persone muoiono di egoismo, eppure non amano se stesse. Anche la nostra società sembra morire di egoismo, eppure non si ama, ma si distrugge.

Esiste un interesse di se che è razionale e sano... per poter amare adeguatamente gli altri, dobbiamo amare noi stessi nella maniera giusta... Ogni persona deve provare interesse per sé stessa e sentire la responsabilità di scoprire il proprio compito nella vita. Dentro di noi vi sono capacità creative potenziali e noi abbiamo il dovere di lavorare assiduamente per scoprire queste facoltà. Una volta che uno abbia scoperto per che cosa è fatto, egli deve impegnare tutte le facoltà del suo essere nella realizzazione di tale cosa e deve cercare di farlo cosi bene che nessuno potrebbe farlo meglio.

(M. King, da "LA FORZA DI AMARE", ed. SEI)

A volte immagino che il mio intimo sia come un posto irto di aghi e di spilli . Come accogliere qualcuno se non vi può riposare pienamente ?

Un cuore agitato di preoccupazioni, rabbia e gelosia, causa delle ferite a chi vi entra.

Devo creare in me una zona libera per poter invitare gli altri ad entrare e a guarire... Ciò significa una interiorità dolce e non un cuore di carne e non un cuore di pietra, uno spazio dove si camminare a piedi nudi.

(H. Nouwen)

Torna in cima


Quinto Incontro

AMARE GLI ALTRI
(la solidarietà)

"La via del fare è l'essere"
(Lao-Tse)

«Meno si è e meno si esprime la propria vita;
più si ha e più è alienata la propria vita»
(Karl Marx)

"L'amore è la forza più potente che l'uomo possiede
e tuttavia la più umile che si possa immaginare"
(Gandhi)

«Nessun uomo è un'isola, compiuta in se stessa;
ogni uomo è un frammento del continente, una parte del tutto.
Se una zolla di terra è portata via dal mare, l'Europa diviene piccola,
così come se fosse portato via un promontorio,
o un castello di proprietà dei tuoi amici, o tuo proprio;
allo stesso modo la morte di qualsiasi uomo mi diminuisce,
perché io sono coinvolto nell'umanità.
Perciò non mandare mai a domandare per chi suona la campana: essa suona per te»
(John Donne)

* Amare se stessi per imparare ad amare (continuazione)

Nell'incontro precedente abbiamo capito che sentirci amati ci rende capaci di amare noi stessi.

Ognuno di noi è frutto di un atto d'amore (anche se e più facile "fare all'amore" che amare!).

Ciascuno di noi è venuto da un lungo cammino di storia, di vita... è il risultato di uno sforzo d'amore che va nei secoli, è immerso nell'amore.

Oggi io sono erede e quindi debitore di tutto agli altri. Ho la responsabilità di contribuire a far crescere l'amore nel mondo, continuare questo cammino nella storia.

Mi devo amare (e amare me stesso/a è un diritto!) perché valgo, perché ho una ricchezza enorme - so pensare, conoscere, sorridere, cantare, gioire con chi gioisce, soffrire con chi soffre - perché so che la mia vita non e inutile, ma conta... perché so che sono "costato"...

Valgo perché sono insieme agli altri.

Mi devo amare perché faccio parte di un progetto che é la storia, che è la vita.

«Dobbiamo assumere la nostra condizione umana, la nostra fragilità umana, la fragilità del momento presente; dobbiamo accettare di essere dei poveri esseri, dei piccoli esseri in un'immensa umanità. Ho soltanto un piccolo ruolo o un grande ruolo da svolgere per costruire un mondo migliore...

Si può fare in modo che questo mondo sia costruito con i mattoni dei rispetto, dell'amore e della verità; ognuno di noi ha la sua missione da compiere, non molto grande, solo quella che deve compiere secondo i "talenti" che gli sono stati dati. Non sta a me salvare il mondo; esisto semplicemente per fare ciò che sono chiamato a fare nella mia famiglia, nella mia comunità, nel mio lavoro...»

(Vanier, da "LA FERITA NEL CUORE DELL'UOMO", ed. EMP )

Sono come una goccia nel deserto

Sono come un granellino di sabbia nel deserto

(ma se non ci fossero tante gocce, ci sarebbe l'oceano? se non ci fossero tanti granellini, ci sarebbe il deserto?)

Io conto anche se non credo in me stesso/a: faccio parte di un enorme mosaico, di un puzzle. Valgo anche se sono un pezzo "nero" (senza dl esso il mosaico, il puzzle, sarebbe incompleto).

Sono unico/a - irripetibile - diverso/a da tutti gli altri

D'altra parte, è il limite che crea la diversità; se ciascuno di noi non avesse limiti sarebbe "onnipotente", non sarebbe "diverso" dagli altri, non avrebbe "ricchezze" diverse dagli altri.

Proprio da questo nasce l'esigenza della socialità, del mettere in comune i propri doni, della complementarietà fra le persone, dell'interdipendenza.

Nasce di qui anche il bisogno di superare l'egoismo e di imparare ad amare gli altri.

" Il cuore cresce spendendosi,
arricchisce spogliandosi"
(P. Mazzolari)

Nessuno è così povero da non aver niente da donare.

Ognuno di noi può essere un dono meraviglioso per gli altri.

Uscite da "voi", entrate nel "noi", scrive Leo Buscaglia.

"È il modo più bello di vedere voi stessi e di aiutare gli altri a vedere se stessi. É da questo che viene la forza. Quindi, per prima cosa, gettate un ponte verso voi stessi, ma non fermatevi lì.

Dovete gettare un ponte verso gli altri. Non può cadere una foglia senza influire su ciascuno di noi. Non ci sono posti dove nasconderci: tutti noi influiamo l'uno sull'altro. È l'unica vibrazione che si irradia in ogni direzione.

È meglio che cominciamo a costruire i nostri ponti, altrimenti i crepacci diventeranno così profondi che non riusciremo mai a scavalcarli."

(Leo Buscaglia, da VIVERE, AMARE, CAPIRSI", ed. Mondadori)

Trovare la strada giusta dell'amore verso se stessi è il primo "ponte" da costruire, è già amare gli altri.

Torna in cima

Continua con il sesto settimo ottavo nono decimo incontro


Pagine a cura di don Paolo Benvenuto - Segnalami eventale materiale che possa essere aggiunto!


Questa pagina è sul Web da

Marzo 1997