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S. Angela in Vado (Pesaro) |
Relazione tenuta da Don Piero Pellegrini, parroco di S. Angela in Vado (PS), al corso di sviluppo e approfondimento pastorale, svoltosi nellagosto `92 al Centro Nazareth (Movimento Fac, Via Portuense 1019, 00148 ROMA) sul tema: «La famiglia cristiana nella Chiesa·Famiglia di Dio. Quale Pastorale della famiglia e con la famiglia in Parrocchia?».
Si tratta di alcune interessanti esperienze che egli porta avanti nella sua Parrocchia, per una più intensa partecipazione delle famiglie alla vita liturgica e sacramentale.
I nostri Pastori auspicano che, da una più viva presenza della famiglia nella vita della Chiesa, le famiglie diventino sempre più ("Chiesa" e la Chiesa sempre più "Famiglia" ) (cfr. (Evangelizzazione e sacramento del Matrimonio" n. 109).
La Liturgia è un luogo particolarmente indicato allo scopo.
Vengono riferite, di seguito, alcune iniziative pastorali, vissute da tempo in parrocchia, che intendono sottolineare la partecipazione delle famiglie e il carattere "familiare" nelle celebrazioni liturgiche.
Lasciando a ciascuna coppia l'opportunità di celebrarli quando ricorrono, la parrocchia ha fissato una celebrazione comunitaria di ringraziamento in occasione della Festa della S. Famiglia, nella Messa vespertina, presente il Vescovo.
Vengono celebrati gli anniversari più significativi (1*, 5*, 10*, 15*, 10*, 25*, 50*, 60*), e vengono invitate tutte le coppie con lettera scritta e incontro personale.
La celebrazione è curata interamente da alcune coppie, le quali preparano i commenti ai vari momenti della Messa, la processione offertoriale, il pensiero-ricordo da distribuire a tutti e il rinfresco. Le stesse copie o altre, poi, guidano la celebrazione in tutte le sue fasi. Le letture, in particolare, vengono proclamate da una famiglia (marito, moglie, figli) presente al completo all'ambone.
Il Parroco ha il compito di incoraggiare aiutare e... ringraziare.
In genere viene celebrata nella seconda domenica di novembre, alla Messa più frequentata. Vi sono invitati i ragazzi del catechismo e le loro famiglie.
Nella processione offertoriale viene portata una adeguata quantità di piccoli pani; alla fine della Messa su di essi è pronunciata la Benedizione e quindi vengono distribuiti ai presenti perché li portino a casa; a pranzo, poi, il padre dovrà spezzare il piccolo pane e distribuirlo ai suoi familiari dicendo: "Questo è il pane del Ringraziamento. Lodiamo il Signore e perseveriamo nel suo amore".
L'omelia, i canti, le intenzioni sottolineano questo tema e valorizzano la partecipazione dei genitori e dei catechisti.
In preparazione alla Cresima, ai ragazzi è proposto un anno di studio della Bibbia.
Lo scopo è di far entrare in tutte le case il Libro sacro e di aiutare le famiglie e i loro ragazzi a cominciare a conoscerlo, leggerlo, ecc.
La consegna avviene a metà anno, in chiesa; devono essere presenti i genitori, perché la Bibbia viene consegnata non ai ragazzi, ma ai genitori affinché si impegnino a leggerla insieme con i figli. E per sottolineare questo fatto, nei giorni precedenti, i genitori devono apporre sul Libro una loro significativa dedica.
Consegniamo la Bibbia di Gerusalemme, che i ragazzi si impegnano a pagare mettendo da parte il frutto di loro rinunce.
Il rito celebrato in maniera solenne, si svolge dopo un anno di preparazione e alla presenza dei genitori Questi non solo partecipano alla celebrazione (alle letture, preghiere, intenzioni, gesti...), ma loro stessi, poi, sono invitati a confessarsi dopo i figli.
Sono previsti quattro anni di formazione dei ragazzi e dei loro genitori nella pastorale dei Sacramenti. Nel corso di ogni anno sono distribuiti alcuni riti che sottolineano la preparazione e il coinvolgimento delle famiglie. Questi riti vengono celebrati in una Messa d'orario e devono essere partecipati da tutti i ragazzi e dalle loro famiglie, con parte più o meno attiva nei vari momenti. Qui di seguito trovate le pagine con i riti stessi, utilizzabili e modificabili a piacere.
Questi riti sono convocazioni delle famiglie dei ragazzi e offrono occasioni preziose per la nuova evangelizzazione. I riti sono presi dal Rituale Romano CEI, "Rito dell'Iniziazione cristiana degli adulti", e adattati ai ragazzi.
La Giornata mondiale (11 febbraio) viene celebrata, oltre che in Parrocchia, anche nelle famiglie di alcuni malati e vi partecipano altre famiglie e le Sorelle del Centro Volontari della Sofferenza (CVS).
In una domenica prima dell'estate, si celebra in chiesa la Giornata con i Malati e Anziani. In essa viene coinvolta soprattutto la famiglia del malato, alla quale i volontari portano un invito scritto per sollecitare la partecipazione. Altre famiglie e volontari preparano la festa (rinfresco, musica e soprattutto la celebrazione liturgica in tutti i suoi momenti più caratteristici).
La preparazione viene curata da una coppia con più incontri in famiglia. Il parroco incontra, alla fine, genitori e padrini insieme in parrocchia. Le famiglie sono coinvolte anche con questi gesti:
Sono molti in parrocchia che fanno questo servizio (Comunione alla domenica e nei giorni feriali a malati e anziani). Oltre alle Suore, abbiamo scelto con insistenza degli sposati. Si è poi dell'avviso che questo ministero debba essere affidato al coniuge o ad un famigliare dell'ammalato, per trovare nelle famiglie ben espressa questa carità e per garantire la puntualità nel portare la Comunione, lasciando al parroco il compito di visitare ogni mese tutti i malati della parrocchia.
Dalla collaborazione fra gli Uffici Diocesani della Famiglia e della Liturgia sono sorte altre sottolineature per valorizzazione della famiglia nella liturgia:
Al termine del Corso tutte le coppie partecipanti vivono assieme un pomeriggio di preparazione al Matrimonio, presso un santuario, per un rito comprendente: l'incontro formativo, la S. Messa e la benedizione dei fidanzati (vedi "Benedizionale") e il momento di fraternità.
La Messa è nata in occasione della benedizione della nuova Icona raffigurante Cristo sposo della Chiesa, presso l'eremo di Caresto. Il testo tiene in considerazione che a Cristo sposo guardano i sacerdoti, i consacrati ed anche le famiglie.
È un opuscolo che porta indicazioni riguardanti la preparazione e la celebrazione del Sacramento del Matrimonio, superando le tentazioni del consumismo e dell'esteriorità.
È un avvio di riflessione su questo tema. È stato pubblicato in "Gesù Cristo, sposo della Chiesa"- Ed. OR
Non si è parlato della Messa domenicale o festiva, perché questa riveste un carattere di normalità, in cui si deve dare maggior risalto ad alcune attenzioni verso la famiglia e un certo stile familiare. Questi tuttavia non riguardano solo la Messa domenicale, ma ogni celebrazione e soprattutto quelle dove maggiormente si evidenzia la realtà famiglia.
Sono sottolineature che riguardano la famiglia e la coppia. Esempi:
Abbiamo fatto e continuiamo a fare una grossa "battaglia" su questo punto, incoraggiando i genitori a portare e seguire i loro piccolini, invitando gli altri a "convivere" con loro educandosi ad una ugualmente attenta partecipazione. Sono stati esposti dei manifesti; spesso si torna a ringraziare quelle famiglie che, "sfidando" gli occhi torvi degli adulti, vengono a Messa coi loro piccoli.
Si fa un invito frequente, si ringrazia chi viene, si formano in tal senso genitori e ragazzi che si preparano ai sacramenti. Famiglie al completo significa non solo portare i figli, ma anche venire con gli anziani e gli impediti.
Non è normale riferirsi alla famiglia nell'Omelia. Occorre impegnarsi e tenerlo presente. Non solo per parlare del matrimonio, della famiglia, della vita (Vangelo della famiglia), ma anche per fare esempi e chiarimenti sulla vita di famiglia (genitori/figli, anziani/giovani, sposo/sposa, fratelli...).
Invitare le coppie e le famiglie a mettersi materialmente insieme (cfr "Lasciate che i bambini vengano a me", n.314), a tenersi per mano al Padre nostro e alla Benedizione, ad andare assieme ai sacramenti, ad andare a leggere insieme (poco importa se legge uno solo), a proporre le intenzioni di preghiera, a presentare i commenti, a fare l'accoglienza alla porta della chiesa, a partecipare alla processione offertoriale, ecc. Anche gli orari delle celebrazioni dovrebbero tener conto delle esigenze della famiglia.
Infine: coinvolgere le famiglie con spunti, suggerimenti, azioni da farsi assieme in casa ("Parlate in casa di..."; "Fate insieme un gesto penitenziale"; "Prendete la decisione di..."; "Leggete insieme Matteo...").
Se è vero che "lo stile è l'uomo" in questo contesto è ancor più vero se diciamo che "lo stile è la famiglia".
Lo stile riguarda il prete, le coppie e tutti, il tono di voce (caldo e non freddo, suadente e non impositivo,..), i gesti (sempre cordiali e gentili, mai volgari o arrabbiati), l'espressione del volto (aperto al sorriso e non impersonale o vuoto o arrabbiato), i contenuti delle parole (ciò che unisce, il grazie, l'incoraggiamento, il dare fiducia).
E ancora: atteggiamento "simpatico" (che non faccia mai pensare: "Il tale ce l'ha con me"), disteso e non arrabbiato (anche nel correggere si può essere "familiari"), "cattolico" e cioè aperto a chiunque.
La "pastorale del sagrato" dopo la Messa, aiuta a recuperare la familiarità tra pastori e fedeli.
Raccomanda il Papa: la partecipazione alla liturgia della coppia e della famiglia deve attuarsi "in modo proprio e originale": insieme i coniugi in quanto coppia, i genitori e i figli in quanto famiglia ("Familiaris consortio" n. 50).
L'insistenza sulla famiglia obbliga a rivedere continuamente il nostro modo di celebrare, ma soprattutto le nostre mentalità. Di qui una formazione permanente in tal senso:
Don Piero Pellegrini
Pagine a cura di don Paolo Benvenuto - Segnalami eventale materiale che possa essere aggiunto!
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Dicembre 1996