Istruzioni per l'uso:
  • Questo non è un volantino da leggere alla svelta, ma uno spunto per un momento personale di "deserto".
    Trovati un momento di calma e raccogliti.
  • Invoca lo Spirito Santo, affidandogli la tua preghiera.
  • Leggi, fermandoti dove lo Spirito parla al tuo cuore.
  • Soprattutto, non aver paura di ascoltare in silenzio.
    È nel silenzio che Dio parla.
Parrocchia S. Francesco d'Assisi

Pegli

"Mezz'oretta con ..."

Domenica 18 Ottobre 1998

Alle giovani e ai giovani della Comunità Parrocchiale

Sindone1.gif (39970 byte) Carissimo/a,

il Signore ci dona un nuovo anno, che certamente sarà carico di doni per ciascuno di noi. È l’anno che ci avvicina all’appuntamento del Grande Giubileo dell’anno 2000, nel quale celebreremo con gioia la ricorrenza della venuta di Cristo.

Giovanni Paolo II ci ha indicato un percorso per questi ultimi tre anni: dopo l’anno dedicato a Cristo e quello dedicato allo Spirito, il 1998/99 sarà consacrato a riscoprire il volto di Dio Padre.

Un nuovo anno nel nome del Padre

Conosciamo il Padre? Non credo sia una domanda facile, e forse neanche la risposta che diamo con la nostra vita concreta è sempre chiara.

Come "sentiamo" il nostro rapporto con Dio? Che volto ha il Dio al quale ci rivolgiamo nella preghiera? Vorrei qui invitarti a un ritorno alle origini, a riprendere in mano il vangelo e a cercare lì il volto di Dio.

Il Padre ci Gesù ci ha rivelato

Scorriamo brevemente insieme le espressioni più significative con le quali Gesù ci fa conoscere Dio. Sono dei piccoli gioielli, su ciascuno dei quali ti puoi fermare, se vuoi, senza fretta. Eccole:

Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5,44–45.48).

(fermati alcuni istanti, qui e anche dopo gli altri brani, a cogliere il volto di Dio che scaturisce da queste parole).

Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate (Mt 6,7–8).

In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà (Mt 18,19).

Per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? (Mt 6,25–26).

Sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi (Mt 10,18–20).

Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli (Mt 11,25).

Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno"… Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò (Lc 23,33–34.46).

 

Ecco, hai finito di meditare brevemente queste parole di Gesù. Ti invito a scorrerle ancora una volta, con calma, una di seguito all’altra, lasciando che l’immagine del Padre si plasmi davanti agli occhi del tuo cuore.

* * *

Una paternità da ritrovare

Ma permetti che riprendiamo insieme ancora una pagina del vangelo secondo Luca. È la pagina che più di tutte le altre ci svela Dio Padre. Un Dio che è più Padre di quanto lo avremmo potuto immaginare.

Si tratta della parabola del Padre misericordioso (ti prego di non chiamarla del "figliol prodigo": l’accento della parabola non è sul figlio – semmai su entrambi! – ma sul Padre). Te ne riporto solo un piccolo pezzetto, tu puoi leggerla interamente al c. 15 di Luca.

(Il figlio minore, trovatosi in ristrettezze) partì e si incamminò verso suo padre.

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio".

Ma il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato" (Lc 15,20-24).

Ecco, questo è il vertice della rivelazione del Padre da parte di Gesù. Questo Dio è il Padre che non ha paura di perdere la faccia riaccogliendo il figlio che aveva perduto. Anzi, nel seguito della parabola, il Padre perderà ancora la faccia uscendo a cercare e a pregare l’altro figlio, il maggiore. Per il Padre l’unica cosa che conta, ancor più che il suo "onore", è avere i suoi figli in casa!

È poco? Forse ci sconvolge ancora troppo un Dio profondamente "nostro". L’abbà (=papà!) al quale Gesù parlava con confidenza, e che rappresenta il fulcro della rivelazione del Nuovo Testamento, è stato a volte nuovamente ricacciato lontano dagli uomini. A molti cristiani, in passato, è sembrato di mancargli di rispetto, e hanno voluto ritornare all’immagine di un Dio lontano, giudice, da temere. Eppure Gesù ci ha parlato proprio nei termini che abbiamo riascoltato ora; è questo volto del Padre che siamo chiamati a ritrovare, sotto la guida dello Spirito.

Vuoi dedicare con la chiesa tutto quest’anno alla ricerca del volto del Padre? In fondo la nostra vita cristiana è questo: la scoperta continua e piena di gioia di un Dio che non ci guarda da lontano, ma che più intimo a noi di noi stessi.

Prima che il "cosa dobbiamo fare?" c’è il "chi sei, Signore?". Per chi ha gioito tra le braccia del Padre non ci sarà difficoltà nel vivere le sue parole.

Buon anno, con Dio, tuo Padre!

don Paolo